Primo esercizio evocativo
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Come ci ricorda Carl Gustav Jung esiste un inconscio “personale”, ma anche un inconscio “collettivo” che è quel luogo dove va a finire tutto ciò che ci pre-esiste perché altrimenti noi non potremmo vivere, non potremmo fare esperienza di vita su questa Terra; quindi voglio che facciate un esercizio di evocazione di queste immagini andando ad annotarvi:
1) un sogno che avete fatto, quindi un contenuto onirico che è affiorato alla coscienza;
2) una premonizione, uno di quei momenti nei quali avete sentito che qualcosa sarebbe accaduto;
3) un déjà vu (questa cosa io l’ho già vissuta);
4) una di quelle intuizioni fulminee e inspiegabili che affiorano alla coscienza come contenuto numinoso, sacro, che viene da chissà dove;
5) un fenomeno di sincronicità: magari pensavate a qualcuno che non vedevate da molto tempo e ve lo siete ritrovato di fronte (Jung parla di questi fenomeni di sincronicità come di momenti di elevazione della coscienza).
Questo è un modo in cui voi, magari facendo qualche minuto di raccoglimento con le mani sul cuore perché il cuore è il centro della coscienza ed è quella perla luminosa dove risiede tutto ciò, potete fare una meditazione di qualche minuto, stare in raccoglimento e far affiorare queste immagini attraverso ciò che vi ho detto, quindi premonizioni, déjà vu, sogni, intuizioni, epifanie. Queste ultime, le epifanie, sono quei momenti nei quali noi ascoltando una musica o vedendo un’immagine ci ricordiamo di qualcosa.
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